Stasera su Rai3, alle 23,20, va in onda “Oriana Fallaci – Il lato nascosto della luna”, un docu-film dedicato alla grande giornalista e scrittrice fiorentina che ci ha lasciato nel 2006.
La Oriana (1929-2006) era nata fiorentina e si considererà sempre più fiorentina che italiana (perché, diceva, “non è la stessa cosa“).
L’infanzia non è affatto agiata, perché con la sua bottega artigiana il padre Edoardo riesce a guadagnare solo quel che basta a pagare i suoi tre o quattro operai.
Fin da bambina Oriana sente la responsabilità della famiglia sulle spalle. Non solo verso il babbo e la mamma, ma anche nei confronti del sorelle minori Neera e Paola, cui più tardi si aggiungerà Elisabetta.
La figura del padre è fondamentale. Lui è un perseguitato politico ed è l’esempio morale per Oriana. Ma importantissima è anche la madre, Tosca Cantini, una lettrice accanita. “Quando avevo cinque-sei anni non concepivo nemmeno un mestiere che non fosse il mestiere di scrittore“, ricordò poi lei. Si badi, al maschile: scrittore.
A 14 anni è nella Resistenza e poi comincia l’avventura di una vita, quella nel giornalismo. “Quand’ero bambina – racconta lei stessa – dormivo nella Stanza dei Libri. Nome che i miei amati e squattrinati genitori davano a un salottino stracolmo di libri comprati faticosamente a rate“, racconta ne La Rabbia e l’Orgoglio. Tra le sue prime letture ci fu Le Mille e Una Notte.
Se Oriana diventa giornalista, lo deve allo zio Bruno, che in quegli anni lavora prima al Corriere e poi al Nazionale, e che più tardi è al timone di Epoca.
Il suo primo articolo è pubblicato sul Mattino dell’Italia Centrale, nel 1946, lei ha solo 17 anni.
Solo cronaca nera all’inizio, poi i processi, il costume, la moda e lo spettacolo: siamo negli anni Quaranta/Cinquanta, erano quelli gli argomenti che allora venivano considerati adatti alle donne…
Le sue idee politiche però non collimano con quelle del quotidiano, che infatti a un certo punto la licenzia.
Carattere forte e deciso, la Oriana, sempre. Una che non le mandava a dire e che certo non aveva paura di farsi dei nemici, come poi si vide alla fine della sua vita, quando, dopo l’11 settembre del 2011, pubblicò La Rabbia e l’Orgoglio, che in sostanza è una difesa appassionata della nostra civiltà occidentale contro l’attacco islamico. Ne ebbe attacchi ferocissimi e anche personali, e da gente che non valeva metà di una sua unghia.
Tutto questo e altro ancora potrete trovare nel documentario di cui sopra, che è stato girato per la serie Illuminate 2 e che è stato diretto da Marco Spagnoli.