Nella prima serata di ieri, mercoledì 25 settembre, è andato in onda “E’ la mia vita”, il docu-film su Al Bano. Nel lavoro ha avuto ovviamente una parte fondamentale la scomparsa di Ylenia, la splendida primogenita del cantante di Cellino San Marco e di Romina Power.
La vita dei due artisti da allora cambiò per sempre, soprattutto come famiglia. Al Bano e Romina si separarono 6 anni dopo quel maledetto 31 dicembre 1993.
Come è noto erano stati sposati 29 anni e avevano avuto 4 figli. Il divorzio ufficiale avvenne nel 2012 e il 17 dicembre 2014 il Tribunale di Brindisi dichiarò la “morte presunta” di Ylenia.
Negli ultimi anni i suoi genitori hanno ricominciato ad esibirsi insieme sui palchi di tutto il mondo, ma la famiglia non si è più riformata.
In “E’ la mia vita”, Al Bano ha parlato del difficile rapporto con la figlia maggiore, specialmente negli ultimi tempi. “Il mio rapporto con Ylenia – ha raccontato Al Bano – era di grande affetto e di forte passione, ma aveva le sue idee e io un po’ la capivo, perché ero come lei”.
“Abbiamo passato una fase di felicità e armonia, amavamo le stesse cose: il mare, la natura, la musica, elementi che ci incollavano. Poi però il destino ha avuto una parola violenta nei miei confronti“.
In quel destino c’era un “scia velenosa” che il padre della ragazza non è riuscito a bloccare. Al Bano ha dichiarato di non avere nulla da rimproverarsi, perché ha fatto di tutto.
Ma ha anche detto che il destino della figlia gli era apparso davanti come un film e ogni volta che cercava di opporvisi, qualcosa lo impediva. Sente quindi, nel caso di Ylenia, di aver fallito come padre.
Ha anche parlato di quello che ritiene un irrazionale rifiuto di Romina di credere morta la figlia. Lui invece ha ritrovato la fede cattolica e dichiarato addirittura che, se Dio ha lasciato che suo Figlio morisse sulla Croce, sul Golgota, per salvarci, bisognava accettare anche la morte di Ylenia. Farlo non sarebbe stato da cristiani (sic!).
Intanto Romina ricorda su Instagram il sorriso della sua “dolce” figlia come quello “di un angelo“.