Oggi, venerdì 20 gennaio, alle 21:20 su Rai Movie, andrà in onda il film “Tonya” (2017) su Tonya Harding. Presentato anche alla Festa del Cinema di Roma, è ispirato ad una storia vera.
La conoscete? In caso ve la ricordiamo in questo articolo …
Tonya Harding, la vera storia della pattinatrice: vita e carriera
Tonya Harding è stata una pattinatrice sul ghiaccio e pugile americana. Nata a Portland, nell’Oregon, 52 anni fa, comincia a pattinare a 3 per iniziativa della madre LaVona, che però la maltratta. Anche l’adolescenza è difficile per Tonya, che si sposa a 15 anni per allontanarsi dalla madre, ma si è ritrova con un marito violento, Jeff Gilloly.
Per la giovane non è più facile sfondare nel mondo del pattinaggio, perché non è aggraziata. Col tempo, comunque, si aggiudica tre volte la medaglia d’oro.
E’ bravissima nei salti e ne dà prova in particolare nel 1991. Raggiunge diversi record: è per la prima pattinatrice americana e la seconda al mondo a riuscire ad eseguire un particolare tipo di salto.
Tuttavia la sua vita privata non le consente di lavorare come dovrebbe: nel 1992 è “solo” 3° e 4° rispettivamente nei campionati americani di pattinaggio e nei Giochi Olimpici invernali.
Purtroppo al Mondiali si classifica “solamente” 8°. Oltre agli insuccessi sportivi, Tonya Harding sale ai (dis)onori della cronaca per aver minacciato un motociclista con una mazza da baseball nel marzo del ’92.
Lo scandalo
Nel 1994 quella che verrà ribattezzata “la pattinatrice maledetta”, sarà al centro di uno scandalo internazionale. Avverrà dopo l’aggressione, nel giorno dell’Epifania di quell’anno, della collega – rivale Nancy Kerrigan.
Si stavano preparando per i campionati nazionali, ma l’altra pattinatrice viene colpita al ginocchio destro con un manganello e deve ritirarsi a vantaggio della Harding.
L’ex marito di quest’ultima racconta di aver organizzato con lei l’aggressione; un suo amico, Shawn Eckardt, ha trovato l’esecutore materiale, Shane Stant, lautamente pagato. Nancy Kerrigan rischia di non poter partecipare alle Olimpiadi invernali.
Tonya viene accusata di essere la “mente” dell’agguato. Lei però nega, ammettendo soltanto di essere informata del fatto (dopo aver sentito Gilloly che ne parlava con l’amico). Riesce ad evitare di essere cacciata dalla federazione olimpica minacciando di andare in tribunale e partecipa ai Giochi.
Va malissimo e lei, piangendo, spiega che è dipeso da un problema dei pattini.
Ottiene di poter rifare il numero e lo esegue perfettamente, ma si classifica solo 8°. Invece la collega che avrebbe fatto aggredire, 3°.
Tanya non cambia posizione sull’agguato, ma accetta di pagare una cospicua multa per non essere processata. Le viene tolto il titolo nazionale e viene cacciata.
Carriera completamente finita. In più l’ex marito fa circolare un video a luci rosse sul loro passato.
L’uomo viene condannato a due anni di reclusione e in seguito cambia cognome. L’altro, indicato come bodyguard della pattinatrice, a 18 mesi, poi cambia cognome anche lui. Muore a soli 40 anni per cause naturali.
Dopo lo scandalo
Finita la storia, Harding continua ad avere guai giudiziari. Tenta la carriera di attrice, ma il suo primo ed unico film, del ’96, non ha affatto il successo sperato.
Prova anche a diventare cantante, tuttavia incide un solo album. Nel 2002 si dedica alla boxe femminile. Appare qualche volta in TV e partecipa alla prima del film su di lei.
Critica al film
“Tonya” (titolo originale “I, Tonya“) ottiene giudizi molto positivi e premi. Allison Janney, l’attrice che interpreta la madre della protagonista, vince anche un Oscar.
Tuttavia alcuni sollevano obiezioni sul film, dicendo che l’inizio della vita di Tonya Harding è stato raccontato in modo eccessivamente comico. Altri sottolineano che tutta la vicenda è stata edulcorata a beneficio del pubblico.