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Zack, cane eroe è trattato da una storia vera?

In vista della Giornata della Memoria, questa sera ci sarà su Rai 1 il film “Zack, cane eroe” (titolo originale “Shepherd: The Story of a Jews Dog”), ambientato durante la Shoà. E’ tratto da una storia vera? Ora ve lo spieghiamo.

Zack, cane eroe: la trama

Zack è un pastore tedesco che non può più stare con i suoi “umani” ebrei di Berlino a seguito delle naziste “Leggi di Norimberga”. Furono emanate il 15 settembre del 1935 proprio in quella che è stata una delle città più legate al nazismo e dove poi si sarebbe celebrato il più famoso processo ai gerarchi, per “preservare” la cittadinanza all’interno del Reich e “proteggere il sangue e l’onore tedeschi”.

La povera bestiola viene affidata ad altri proprietari, ma fugge per tornare dalla sua prima famiglia umana. In particolare dal piccolo Joshua, 10 anni.

Intanto, però, lui e i suoi cari sono stati rinchiusi in un campo di concentramento. Zack viene catturato da alcuni accalappiacani e dato ad un ufficiale delle SS, Ralph, perché lo addestri a spaventare la gente nei lager.

Tuttavia il quattrozampe, che nel frattempo è stato chiamato Blitz (e le sue qualità verranno riconosciute ed elogiate persino dai nazisti), non perderà la propria “umanità” e si ricorderà di Joshua, che riuscirà a ritrovare grazie al suo fiuto. Riuscirà anche a salvare il padroncino dall’orrore?

Il film è tratto da una storia vera?

Zack, cane eroe“, diretto dalla regista, sceneggiatrice e produttrice Lynn Roth, non è tratto da una storia vera, a parte ovviamente il tragico evento storico che alcuni (troppi) continuano a negare ancora oggi; bensì è tratto dal bestseller “The Jews Dog” (“Il Cane ebreo”) dello scrittore israeliano Asher Kravitz (Gerusalemme, 4 gennaio 1969). Lo Zack letterario si chiama Caleb.

La regista lo ha “incontrato” in Israele, dove si era recata per tenere un master sul Cinema, e un giovane le ha regalato la sua storia. Questo film racconta la Shoà in un modo mai raccontato o comunque trascurato.

Osiamo dire che ha un che di disneyano, per il rapporto che lega i protagonisti (anche se quello vero è uno ed è un cane!). Aiuta i bambini ad approcciarsi a quella terribile realtà chiamata impropriamente “Olocausto” e che studiano a scuola.

Inoltre esalta ulteriormente la fedeltà e la tenerezza dei cani, insegnando ai più piccoli (e non solo) a rispettarli ed ad amarli.

Alessandra

Sono nata il 26/8/'80 a Magenta (MI) e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica, mi sono laureata in Scienze della Formazione, corso di Laurea in Scienze dell'Educazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano (2004) con una tesi dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Ho pubblicato due racconti: "Dopo la Notte"("Il Filo", 2009), sulle donne musulmane, e "Soltanto una donna" ("Albatros-Il Filo", 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).

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