Stasera alle 21:25 su Rai 1 inizia la fiction “Sei donne – Il mistero di Leila“, thriller psicologico con Maya Sansa. E’ tratto da una storia vera? Prima si scoprirlo, vediamo la trama!
Leila è un’adolescente senza più la mamma che sparisce nel nulla insieme al patrigno Gregorio (Maurizio Lastrico). Naturalmente bisognerà indagare.
Il giallo riguarderà altre 5 donne: la giudice Anna Conti, PM della Procura di Taranto, irreprensibile sul lavoro ma con un problema passato che la ostacola nei rapporti interpersonali, Michela, zia materna di Leila e chirurga, Aysha, la più cara amica di Leila, Viola (Isabella Ferrari), vicina di casa, e Alessia, l’allenatrice di atletica della ragazza scomparsa. L’uomo della storia, col quale si troverà a lavorare Anna con molte difficoltà, sarà Emanuele Liotta (Alessio Vassallo), che sarà sul punto di mollare tutto, ma ci ripeserà quando delle immagini segnaleranno la presenza di Gregorio a Bari.
Dove sarà finita Leila? In sole tre puntate (a meno che venga svelato in una seconda stagione) si scoprirà?
Nel cast ci sono anche Piergiorgio Bellocchio, che interpreta Roberto, ex marito del personaggio di Maya Sansa, e Gianfelice Imparato, procuratore capo Marcello Trifoni, che ovviamente lavora con lei.
La risposta di chi (come la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati e gli autori Ivan Cotroneo e Monica Rametta), è stato coinvolto nella lavorazione di “Sei donne – Il mistero di Leila” è stata chiara: si tratta di un genere collaudato, basato su un fatto di cronaca, ma inventato. Il regista, il napoletano Vincenzo Marra, voleva ambientarlo in una città dove ci fosse il mare e ha scelto Taranto (ancora una volta dunque una fiction che ci mostra le bellezze della Puglia e in generale del Sud Italia, come molte di questi ultime anni con protagoniste femminili).
La vicenda è girata soprattutto lì (col patricinio del Comune), ma anche in diverse province pugliesi (anche di Brindisi, come Polignano a Mare). Trapela che Taranto è rappresentato in modo moderno, come moderna è l’ambientazione, e in modo nuovo, non stereotipato: cosa significa? Lo vedremo!