Cosa sappiamo della vita privata di Rudy Zerbi?
Lui è diventato un volto familiare grazie alla sua partecipazione ad Amici, il noto talent di Maria De Filippi, ma ha fatto parlare di sé anche per una vicenda personale alquanto particolare.
Rudy Zerbi infatti, è figlio biologico di Davide Mengacci.
Produttore musicale e dj di alto livello professionale, conosciamolo meglio dal punto di vista privato.
Lavora da sempre nel mondo della musica, è un produttore e un dj, ma il grande pubblico ha imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo da quando fa parte del cast di Amici, il talent show di Maria De Filippi.
Qui Rudy è chiamato a giudicare le performance dei ragazzi partecipanti, verso i quali non di rado si mostra piuttosto severo.
Presente su Instagram, lo trovate a @rudy_zerbi
Le vicende familiari di Rudy Zerbi sono piuttosto movimentate.
In un certo senso, il coach di Amici ha tre padri.
Ecco perché.
Rudy è cresciuto con Giorgio Ciana, ma Roberto Zerbi, primo marito di sua madre, è anche l’uomo che credeva fosse il suo padre naturale.
All’età di 30 anni invece, la mamma, gravemente malata di cancro, gli confessò di essere biologicamente figlio di Davide Mengacci, il personaggio televisivo che tutti conosciamo.
Dopo il comprensibile shock iniziale, Rudy ha voluto conoscerlo e così Mara Carfagna, oggi vicepresidente della Camera dei Deputati ma all’epoca spalla di Mengacci in un programma tv, li presentò ad una festa.
Anche la vita privata di Rudy Zerby è abbastanza vivace.
L’uomo ha 4 figli da 3 compagne diverse.
I primi due li ha avuti da Simona, Edoardo è nato invece dalla relazione (non è chiaro se siano sposati o meno) con Carlotta Miti, attrice e nipote di Gianni Morandi, mentre Leo è il piccolo avuto con l’attuale compagna, Maria Soledad Temporin.
Il bimbo è nato prematuro ed ha avuto non pochi problemi.
Ecco il drammatico racconto dello stesso Zerbi su Instagram:
“Al settimo mese di gravidanza la mia compagna ha avuto un distacco totale della placenta mentre era a casa da sola. Io ero in studio, con il telefono staccato. Gli assistenti hanno cominciato a farmi cenno di uscire, ma io dicevo: un attimo, abbiamo quasi finito. È dovuto venire il produttore a prendermi per un braccio. Quando sono arrivato all’ospedale le infermiere piangevano: stavano morendo sia Maria sia Leo. L’hanno fatto nascere in corridoio ma, una volta nato, aveva bisogno di cure speciali e solo pochi ospedali a Roma hanno le incubatrici per i prematuri gravi, e quel giorno erano tutte piene. Così ci hanno mandati al Casilino, un ospedale di periferia”.
Per fortuna la vicenda si è conclusa positivamente e oggi Leo sta benissimo.
Qualche curiosità: