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Qual è il vero nome di Cenerentola

Questa sera alle 21:25 su Italia 1 ci sarà il “live action” “Cenerentola” (2015) su Canale 5. Grande cast! La celeberrima” protagonista è interpretata da Lily James (che abbiamo visto anche nei panni di Lady Rose in “Downton Abbey”), il Principe da Richard Madden (il giovane Cosimo de’ Medici nella fiction “I Medici”), la Matrigna da Cate Blanchett, la Fata madrina da un’altra grande attrice, Helena Bonham Carter, la madre di Cenerentola da Hayley Atwell (“La Duchessa”, 2008) e nella parte di Genoveffa troviamo Sophie McShera (Daisy in “Downton Abbey”).

Come si chiama davvero Cenerentola?

Innanzitutto diciamo che il film propone una sua versione di Cenerentola, nella quale viene dato un nome vero alla giovane: Ella. Ma a proposito di nome vero, Cenerentola è basato su una persona realmente esistita?

Pare di sì e e si conosce anche il nome della fanciulla: Rodopi o Rodopis (Rhodopis) oppure Rodope, che significa “Guance di Rosa”. Era una bellissima giovane etera (cortigiana, prostituta) greca di origine tracia del VI secolo a. C.

E’ citata da Erodoto, che ne parla come una schiava – amante di Esopo. Ad un certo punto cambiò padrone e con lui andò in Egitto, sotto il regno del faraone Ahmose (Amasis o Amasi) II.

Fece innamorare di sé il mercante Carasso, fratello della celeberrima poetessa Saffo, che la riscattò e dispose di darle tutto il denaro che avesse guadagnato. Per questo lei si attirò gli strali e lui gli sfottò (poetici) di Saffo.

Su Rodopi ci sono diverse storie e leggende (dove a volte il personaggio si confonde con altri). Una di queste avrebbe dato origine proprio a Cenerentola.

Infatti secondo lo storico greco Strabone e il filosofo e scrittore romano Claudio Eliano, che scriveva in greco, Rodopi, da schiava sarebbe arrivata a sposare Ahmose II o suo figlio Psammetico. Sarebbe diventata regina d’Egitto, dopo che il faraone l’aveva rintracciata grazie ad un suo sandalo.

La Fortuna aveva fatto in modo che, mentre la giovane faceva il bagno e le ancelle tenevano i suoi abiti, un’aquila o un falco (ricordiamo che nell’Olimpo egizio Horus, figlio di Iside e Osiride e associato al Sole, ha queste fattezze) rubasse il sandalo posandolo sul grembo del re, che amministrava la giustizia a Menfi, antica capitale dell’Egitto situata a sud del Cairo.

Il sovrano fu molto colpito dal fatto, ma anche dalla perfezione del sandalo e decretò che, se avesse trovato la proprietaria, l’avrebbe sposata. Così riportava Eliano nelle sue “Storie Varie”.

Qui parlò anche di Aspasia di Focea (Asia Minore), precedentemente citata da Plutarco. La storia è simile e probabilmente deriva da quella precedente: Aspasia sogna di sposare un uomo che fia “kalòs kaì agathòs”, “bello e buono”, ovvero l’uomo ideale nell’Antica Grecia. Noi potremmo dire il Principe Azzurro.

Purtroppo il Fato si mette in mezzo e fa capitare qualcosa che deturpa la povera Aspasia, ma lei, a causa della sua povertà, non può curarsi. Senonché Afrodite le appare in sogno con l’aspetto di una colomba (anche questa sacra), diventando sua “madrina protettrice” e consigliandola, perché diventi “la più bella tra le mortali”.

Aspasia viene poi fatta prigioniera dal satrapo persiano Ciro il Giovane, diventando la sua favorita a seguito di un ballo.

Alla morte di lui, la donna diventerà la favorita di suo fratello Artaserse.

Poi c’è la fiaba cinese di Ye Xian, scritta per la prima volta nel IX secolo: romantica ma anche macabra per il finale delle antagoniste.

Inoltre perché legata all’antica e dolorosa pratica vera del “Loto d’Oro”, per rimpicciolire i piedi delle bambine cinesi.

Per finire, possiamo citare la cinquecentesca fiaba scozzese della principessa Rashin Coatie, che in questo caso ha anche una valenza politica anti-inglese.

Tali particolari indubbiamente rendono ancora più interessante la storia di Cenerentola.

Alessandra

Sono nata il 26/8/'80 a Magenta (MI) e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica, mi sono laureata in Scienze della Formazione, corso di Laurea in Scienze dell'Educazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano (2004) con una tesi dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Ho pubblicato due racconti: "Dopo la Notte"("Il Filo", 2009), sulle donne musulmane, e "Soltanto una donna" ("Albatros-Il Filo", 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).

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