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Miracolo a Città del Capo è tratto da una storia vera?

Stasera, alle 21:30 circa, su Canale 5, andrà in onda il film tedesco del 2022 “Miracolo a Città del Capo“. E’ tratto da una storia vera? Iniziamo a dirvi che ve lo consigliamo!

“Miracolo a Città del Capo”: trama

Siamo nel 1967. La protagonista è una donna, una dottoressa di Francoforte di nome Lisa Scheel.

Insegue con determinazione il sogno di diventare chirurga, ma incontra diversi ostacoli a causa del maschilismo della società. A cominciare dal maschilismo del padre, del quale tra l’altro è figlia “illegittima”.

Non dovrebbe opporsi alle ambizioni della figlia, dato che anch’egli è un chirurgo, eppure…! Poi c’è un importante cardiologo che cerca un assistente, ma nonostante la preparazione di Lisa, non la assume perché è una donna e addirittura dà il merito delle sue ricerche all’altro!

Queste ostilità spingono la nostra eroina a lasciare la Germania e ad andare a vivere a Città del Capo. Ovviamente all’epoca in Sudafrica c’è l’apartheid (e la giovane ne rimane scioccata).

Conosce il dottore Christiaan Barnard, che accetta di farla partecipare alle sue ricerche sul trapianto cardiaco…Poi al primo trapianto sull’uomo!

E’ una storia vera?

In parte sì. Certamente Christiaan Barnard è esistito davvero e “Miracolo a Città del Capo” è stato realizzato in occasione del centesimo anniversario della sua nascita (8 novembre 1922 – 2 settembre 2001).

Il 3 dicembre del ’67 è l’autore di questo “miracolo” con un’ equipe di 31 specialisti tra cui suo fratello Marius. L’intervento avviene il giorno successivo alla morte in un incidente stradale di una donna, Myrtle Ann Darvall. In auto con lei c’era la figlia 25enne Denise e ormai neanche in questo caso c’è più speranza.

Così, sapendo che nello stesso ospedale è ricoverato un uomo, Louis Washkansky, sportivo lituano 54enne con il diabete ed un permanente problema al cuore, decide, con il consenso del padre della ragazza, di effettuare il trapianto.

Purtroppo 18 giorni dopo l’operazione il paziente muore a causa di un rigetto, ma Barnard viene considerato da subito un pioniere della medicina. Continua con la sua carriera, dalla quale è costretto a ritirarsi nel 1983 a causa dell’artrite reumatoide, tuttavia passa ad interessarsi (nonostante non manchino problemi neanche lì) alle creme anti-invecchiamento e parallelamente attua attività filantropiche a livello internazionale.

Lisa è un personaggio immaginario, ma “serve” per sensibilizzare su argomenti purtroppo ancora di attualità: la discriminazione di genere e il razzismo. C’è stata comunque un’importante medica tedesca il cui cognome era Scheel: Mildred Wirtz Scheel (suo marito Walter era presidente della Repubblica federale tedesca).

Era di Colonia (dove nacque il 31 dicembre del ’31 e morì il 13 maggio dell’ ’85) e la sua missione è stata la lotta contro il cancro. Ha fondato il centro German Cancer Aid ed è stata ritratta da Andy Warhol, suo amico, per una raccolta fondi.

Altro personaggio vero del film oltre a Bernard, è Hamilton Naki (26 giugno del ’26 – 29 maggio 2003), giardiniere. Soprattutto, però, è l’assistente nero “segreto” di Barnard…”Segreto” a causa dell’apartheid! Addirittura qualcuno ha avanzato l’ipotesi che non avesse ricoperto quel ruolo.

Il suo lavoro in ambito cardiochirurgico l’ha portato ad essere premiato più volte nel suo Paese (per esempio con una laurea honoris causa all’università della capitale legislativa sudafricana e con la più alta onorificenza nazionale dalle mani del presidente nel 2003, due anni prima della scomparsa).

Alessandra

Sono nata il 26/8/'80 a Magenta (MI) e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica, mi sono laureata in Scienze della Formazione, corso di Laurea in Scienze dell'Educazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano (2004) con una tesi dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Ho pubblicato due racconti: "Dopo la Notte"("Il Filo", 2009), sulle donne musulmane, e "Soltanto una donna" ("Albatros-Il Filo", 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).