Oggi tutte le reti televisive italiane partecipano alla celebrazione della Giornata della Memoria, istituita a ricordo delle vittime del Nazismo, trasmettendo film e speciali sulla tragedia dell’Olocausto.
Fra questi c’è anche Un sacchetto di biglie, pellicola del 2017 firmata dal regista Christian Duguay, che narra la storia di due fratellini ebrei che vivono a Parigi costretti, a causa delle violenze perpetrate a danno dei semiti, ad intraprendere un viaggio rischioso e difficile, nella speranza di riabbracciare i familiari.
Il film si ispira ad una storia vera: scopriamo di più.
Siamo in Francia, a Parigi, durante la Seconda Guerra Mondiale.
I due fratellini Joseph e Maurice, di origine ebraica, un giorno, a scuola, vengono picchiati dai compagni a causa della loro religione.
A sera, il padre dei ragazzi annuncia loro che dovranno intraprendere un lungo e complicato viaggio per raggiungere il Sud del Paese.
Joseph e Maurice cominciano così la loro avventura, piena di pericoli sì, ma anche di speranza, a cominciare da quella di riabbracciare i propri genitori, un sogno che si avvererà soltanto in parte.
Un sacchetto di biglie del 2017, è il remake dell’omonimo film del 1975 diretto dal regista Jacques Doillon e anch’esso, come quest’ultimo, si ispira al romanzo di Joseph Joffo, dato alle stampe nel 1973.
L’autore, in pagine cariche di emozione e umanità, racconta l’esperienza della sua famiglia, in particolare la propria e del fratello minore Maurice, durante gli anni difficili della Francia occupata dai Tedeschi.
Boffo è scomparso nel 2018, subito dopo aver collaborato alla realizzazione del film di Duguay.
In un’intervista, a proposito del romanzo, della pellicola e della sua personale vicenda, l’uomo dichiarò: “Spero che la mia storia possa servire a far riflettere, a far pensare al destino di quelle famiglie distrutte dalla guerra.”