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La storia vera da cui è tratto il film Bohemian Rhapsody

Nella serata di oggi, mercoledì 1° marzo, andrà in onda alle 21:30 Rai 1 il film “Bohemian Rhapsody” (2018), 4 volte premio Oscar di cui uno al miglior attore protagonista Rami Malek, e campione d’incassi sia in Italia che all’estero.

Crediamo che tutti sappiamo che è la biopic di Freddie Mercury (racconta i suoi esordi negli Anni Settanta e termina con l’indimenticabile Live Aid del 1985), ma cosa c’è di vero nella pellicola? Scopriamolo insieme!

Bohemian Rahpsody: è tutto vero?

Praticamente come ogni biopic degna di questo nome, “Bohemian Rhapsody” ha … molto di vero, ma non tutto: ci sono delle licenze sia nel racconto della vita professionale che privata del cantante!

Sono veri il nome anagrafico, Farrokh Bulsara, il suo luogo di nascita e la sua storia e quella interessantissima della famiglia della futura leggenda del rock.

Non è vero invece che gli altri 3 Queen, cioè Brian May (chitarra), Roger Taylor (batteria) e John Deacon (basso) facessero tutti già parte della band, quando lo conobbero nel 1970: l’ultimo componente arrivò l’anno successivo. Non è neanche vero che Freddie divenne immediatamente frontman dei Queen e tantomeno che loro esistessero già.

Prima c’erano gli Smile! Nella pellicola si vede Freddie, entusiasta per averli sentiti, chiedere a May e a Taylor di rimpiazzarne il cantante, ma perché ci riuscisse, ci vollero dei mesi!

Sono vere le curiosità sui denti di Freddie (per esempio ne aveva quattro più del “normale”), ma egli rifiutò cambiamenti, perché credeva che queste caratteristiche giovassero alla sua incredibile voce. Malek ha usato una protesi per renderla al meglio.

Incredibilmente corrisponde a verità anche l’infelice esordio della celeberrima canzone “Bohemian Rhapsody“. Tuttavia non col manager “carogna” Ray Foster, che è una figura immaginaria, bensì con i manager della casa discografica Emi. Infatti essi non giudicavano “immediata” la canzone nemmeno per la lunghezza e avrebbero voluto che i Queen ne incidessero un’altra.

Verissima inoltre la storia con Mary Austin e che Freddie fece a quest’ultima la proposta di matrimonio. Però Mary non è stata la sua sola donna e lui non voleva essere considerato “gay”.

Legato a questo, c’è il discorso su “I want to break free”, uscita nel 1984, e relativo video: essi furono veramente censurati da MTV nonostante “di chi fossero”!

Falso invece che Jim Hutton, fidanzato di Freddie dopo Mary, fosse un cameriere: era un parrucchiere al Savoy di Londra. Inventata pure la sua modalità d’incontro ed innamoramento con l’artista.

I due non si videro per la prima volta nella sua villa dopo una festa, ma in locale londinese. Il cantante offrì da bere a Jim e lui non solo rifiutò perché era già legato ad un altro, ma non riconobbe neppure! Le cose cambiarono quando Freddie e Jim si rividero nello stesso locale un anno e mezzo più tardi.

Inoltre non fu Freddie (un anno prima del suo incontro con Hutton) a decretare lo scioglimento dei Queen e poi una reunion apposta per il Live Aid. Tutti e quattro decisero semplicemente di separarsi per cantare per conto proprio.

L’esperimento, però, durò poco e terminò (con l’album di “Radio Ga ga” ed alcuni concerti di successo all’estero) prima del grande evento.

Ora veniamo ad una delle parti più delicate del film: secondo quest’ultimo, prima di esibirsi al Wembley Stadium di Londra, Freddie sapeva già di avere l’AIDS, invece è molto difficile. Tutti coloro che lo conobbero, dissero che lo apprese soltanto nell’ ’87.

Infine è vero che la star aveva sempre avuto gatti e il suo tenerissimo rapporto con loro. Lo confermò anche Jim Hutton nel suo libro “I miei anni con Freddie Mercury“.

 

Alessandra

Sono nata il 26/8/'80 a Magenta (MI) e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica, mi sono laureata in Scienze della Formazione, corso di Laurea in Scienze dell'Educazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano (2004) con una tesi dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Ho pubblicato due racconti: "Dopo la Notte"("Il Filo", 2009), sulle donne musulmane, e "Soltanto una donna" ("Albatros-Il Filo", 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).

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