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La Bestia protagonista del film La Bella e la Bestia è esistita nella realtà: storia vera

Chi non ha avuto impegni coi parenti ieri sera, quella di Natale, avrà forse rivisto “La Bella e la Bestia” (2014). Quest’ultima è peraltro interpretata da un attore che da subito, non fa certo pensare certo ad una bestia: Alessandro Preziosi (tra l’altro tornato per l’occasione al Castello Ducale di Agliè, in provincia di Torino, che 19° anni or sono l’aveva visto interpretare il Conte Fabrizio Ristori in “Elisa di Rivombrosa”)!

Stasera, invece, Rai 1 proporrà il film “La Bella e la Bestia” (2017) con Emma Watson e un altro “bellissimo”: Dan Stevens (Edward Ferrars nella miniserie “Ragione e Sentimento” del 2008 e … Matthew Crawley in “Downton Abbey”)!

Tra l’altro la voce narrante italiana è quella di Vittoria Puccini (“Elisa di Rivombrosa”, Alessandro Preziosi …)!

Sapevate che questa fiaba resa immortale anche dal classico Disney, sarebbe ispirata ad una storia vera? Volete sapere quale? Ora ve lo sveliamo!

Chi era in realtà la “Bestia”?

Secondo alcuni studiosi la figura che ispirò la “Bestia“, sarebbe stata quella di Pedro Gonzalez, nome poi latinizzato in Petrus Gonsalvus. Si tratta di un aristocratico originario delle Canarie vissuto tra XVI e il XVII secolo, discendente dei re aborigeni (guanchi) schiavizzati dai Conquistadores!

Nato a Tenerife una quarantina di anni dopo, nel 1537, a 10 anni Pedro venne inviato nei Paesi Bassi in “dono” al principe sovrano, il Re di Spagna Carlo V. Tuttavia venne catturato dai corsari francesi, che lo portarono a Re Enrico II di Francia (ricordiamo che per secoli quest’ultima e la Spagna furono nemiche giurate).

Pedro era affetto da ipertricosi. Come si intuisce dall’etimologia (“iper”, dal greco “uper”, “sopra”, “superiore”, e “triks trikòs”, “pelo, capello), si tratta di una malattia che comporta una crescita spropositata di peli anche sul viso a causa di un’alterazione cromosomica.

Ecco il ritratto dell’uomo (datato 1580) per intero:

Nonostante tutto, il “nostro” era considerato “muy hermoso”, “molto bello” per i suoi lineamenti.

All’epoca e per secoli, c’è stato un interesse che aveva un che di morboso, malvagio ed ignorante, per chi non aveva caratteristiche conformi alla norma ed “esotiche” e in questo Pedro non faceva certo eccezione!

In particolare per la celeberrima regina di Francia dell’epoca, Caterina de’ Medici, che voleva esibirlo davanti alla Corte, dove molti ovviamente ne rimanevano terrorizzati!

Va anche detto, però, che la sovrana lo fece studiare, come era possibile a chi apparteneva ad un simile ambiente. Il bambino imparò per esempio sia a scrivere che a parlare il latino e venne edotto anche in varie altre materie umanistiche, facendosi apprezzare per la sua grande intelligenza.

Inoltre, dato che era nato nobile, ottenne il titolo di “Don”, come quelli spagnoli. Rimase alla Corte francese per 44 anni.

Quando ne compì 36, Caterina de’ Medici gli fece sposare una sua damigella d’onore: Catherine, la più bella di tutte! In realtà era una sorta di esperimento “scientifico” (sadico e con un che di macabro) sulla progenie che i due avrebbero avuto! Sembra che la povera futura sposa avesse perso i sensi, vedendo Pedro per la prima volta!

Somiglianza con la fiaba

Nonostante tutto l’uomo che avrebbe ispirato “La Bella e la Bestia“, era anche dolce e sensibile, oltre che intelligente e colto. Così col tempo sarebbe riuscito a conquistare Catherine, proprio come è avvenuto nella fiaba con Belle!

Lo si può immaginare dal ritratto che postiamo qui sotto, realizzato dal pittore fiammingo Joris Hoefnagel: mostra Catherine appoggiare premurosamente la mano sulla spalla del marito.

Oltre alle indubbie qualità intellettive e morali, Pedro aveva un fisico imponente, capelli rossi e occhi azzurri, cosa che sarebbe dovuta ai nordeuropei che arrivarono a Tenerife.

Insomma, nonostante le premesse, le nozze tra Pedro e Catherine sarebbero state felici. Nacquero ben sei pargoli, quattro dei quali però, affetti da ipertricosi. Sia i genitori che una figlia, Antonietta (foto), chiamata Tognina, vennero ritratti dalla pittrice bolognese Lavinia Fontana.

Quest’ultima era concittadina ed amica della famiglia del naturalista Ulisse Aldovandi, che “studiò” Pedro e la sua famiglia. In seguito pubblicò dei loro disegni nel suo libro “Monstrum Historia”.

E’ da notare che il termine “monstrum” non aveva l’accezione negativa attuale, ma indicava qualcosa di prodigioso, come una sorta di dono.

Il problema che fece diventare “famosi” Pedro e i suoi figli, fu chiamato “sindrome del lupo mannaro”. Più “romantico” è il nome di “sindrome di Ambras”, il castello vicino ad Innsbruck (ricordiamo che all’epoca Spagna ed Austria formavano un unico impero e, se ricordate i “tormenti” dell’imperatrice Elisabetta “Sissi”, erano dovuti principalmente al rigido cerimoniale di corte spagnolo) dove si trovano i ritratti dei Gonsalvus. In particolare nella cosiddetta “Camera d’Arte e delle curiosità”.

Pedro rimase in Francia fino alla scomparsa della regina de’ Medici nel 1589. Poi venne inviato a Capodimonte, in provincia di Viterbo.

All’epoca questo borgo sul lago di Bolsena faceva parte del Ducato di Parma e Piacenza, dove l’uomo fu anche qui un cortigiano. Governava Margherita, figlia naturale di Carlo V, e reggente dei Paesi Bassi.

Vecchiaia, morte e testimonianze

Si sa che Pedro divenne nonno, perché ci sono testimonianze che partecipò al battesimo di un nipotino nel 1617. Morì il 20 gennaio del 1618 alla veneranda età di 81 anni.

Si legge di lui non solo negli archivi statali a Roma e a Napoli, ma anche nell’Archivio Vaticano. Inoltre nel libro “El salvaje gentilhombre de Tenerife. La singular historia de Pedro Gonzàlez y suis hijos” dello storico catanese Roberto Zafferi, che il 20 gennaio prossimo (proprio il giorno del mese in cui si spense il personaggio di cui si è occupato) compirà 93 anni.

Altre notizie sull’ipertricosi

Sembra che il personaggio storico che ispirò la “Bestia” e i suo figli, abbiano rappresentato i casi di ipertricosi più antichi in Europa. Oggi le persone con questo problema sarebbero circa cento e si troverebbero soprattutto nel Sud del Vecchio Continente.

Alessandra

Sono nata il 26/8/'80 a Magenta (MI) e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica, mi sono laureata in Scienze della Formazione, corso di Laurea in Scienze dell'Educazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano (2004) con una tesi dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Ho pubblicato due racconti: "Dopo la Notte"("Il Filo", 2009), sulle donne musulmane, e "Soltanto una donna" ("Albatros-Il Filo", 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).

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