Luigi Schiavo, Giuseppe La Rocca e Ciro Imperante, sono tre operai i cui nomi sono tristemente noti alle cronache in quanto accusati e condannati per l’assassinio di due bambine avvenuto nel 1983.
L’avvenimento, che scosse enormemente l’opinione pubblica, è noto come il Massacro di Ponticelli: ecco i fatti salienti e le novità a riguardo.
Nella notte fra il 2 e il 3 Luglio del 1983 a Ponticelli, Napoli, si consumò un orrendo duplice delitto.
Barbara Sellini e Nunzia Munizzi, due bimbe rispettivamente di 7 e 8 anni, vennero seviziate e uccise.
I loro corpi furono ritrovati semi carbonizzati.
Silvana Sasso, una loro amichetta che scampò all’eccidio solo perché la nonna le impedì di uscire, disse in seguito che avrebbero dovuto vedersi tutte e tre per fare un giro in macchina con un uomo di nome Gino, detto anche “Tarzan tutte lentiggini“.
Partirono le indagini, che inizialmente puntarono su un venditore ambulante di nome Corrado Enrico, che poi però venne rilasciato.
I colpevoli vennero invece individuati nelle persone di Luigi Schiavo, Giuseppe La Rocca e Ciro Imperante.
Erano tre giovani operai incensurati di età compresa fra i 18 e i 21 anni.
Luigi Schiavo, Giuseppe La Rocca e Ciro Imperante sono i tre operai napoletani accusati e condannati per il Massacro di Ponticelli.
Inizialmente condannati all’ergastolo, sono usciti nel 2010 per buona condotta.
E’ doveroso ricordare che i tre si sono sempre dichiarati innocenti e che il processo si svolse in maniera del tutto indiziaria e con una sconcertante scarsezza di prove.
Per ben tre volte a Schiavo, La Rocca e Imperante è stata negata la revisione del processo.
Rinunciando preventivamente alla richiesta di qualsiasi risarcimento per ingiusta detenzione, gli interessati, oggi sessantenni, hanno dichiarato di aver richiesto la revisione unicamente per “ripulire il proprio nome da quell’orrendo marchio di infamia e mettere le manette a un mostro che cammina ancora in mezzo ai bambini”.