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Chi erano Edda e Galeazzo Ciano: storia vera

Nella serata di oggi, venerdì 3 febbraio, alle 21:25 su Rai 3 ci sarà il film “Quei due – Edda e Galeazzo Ciano“. Vogliamo ripercorrere la loro vera storia? Prima, però, diamo qualche notizia sulla pellicola.

Il film

“Quei due – Edda e Galeazzo Ciano” è diretto dalla regista Wilma Labate, che ha anche scritto la sceneggiatura insieme a Beppe Attene, ed è prodotto da Luce Cinecittà e Rai Documentari. I due protagonisti sono interpretati da Silvia D’Amico e Simone Liberati.

Nella pellicola ci sono filmati dell’Istituto Luce e documenti storici, ma la coppia viene presentata in chiave moderna (lei soprattutto, perché era anche storicamente una donna moderna). La regista li ha definiti “influencer della loro epoca”, “una coppia assolutamente pop”, che dettava “legge sulla moda oltre che sul comportamento e lo stile di vita”.

I veri Edda e Gaelazzo Ciano

Edda (Forlì, 1° settembre 1910 – Roma, 9 aprile 1995) era notoriamente la primogenita di Benito Mussolini e Rachele Guidi, non ancora sposati. E’ passata alla storia come “la figlia prediletta del Duce”.

Fu insignita della medaglia di bronzo al valore militare per il suo impegno come crocerossina all’inizio della seconda guerra mondiale. Rischiò anche la vita, perché prestava servizio su una nave affondata dagli inglesi.

Nonostante il rapporto col padre, avendo a sua volta da sempre un carattere forte, Edda si scontrò più volte con lui, tanto che il futuro alleato di Hitler avrebbe detto: “Sono riuscito a sottomettere l’Italia, ma non riuscirò mai a sottomettere mia figlia”.

Per quanto riguarda il look, Edda fu una delle prime italiane a portare i pantaloni e il bikini. Per quanto riguarda invece il comportamento, rifiutò di continuare a frequentare un collegio per signorine, fumava, amava bere e giocare d’azzardo.

Conobbe Gian Galeazzo Ciano (Livorno, 18 marzo 1903 – Verona, 11 gennaio 1944) ad una festa nel 1929. Il matrimonio venne celebrato il 24 aprile 1930 nella chiesa romana di San Giuseppe. Edda Mussolini divenne contessa di Cortellazzo e Buccari.

Lei e Galeazzo tre figli: Fabrizio, Marzio e Raimonda, deceduti rispettivamente nel 2008, nel 1974 e nel 1998.

La coppia (oltre ai punti di vista inizialmente diversi sulla guerra e su Hilter) si tradì reciprocamente (ebbene sì, anzi lui era famoso per essere un “tombeur des femmes”), poi però si riappacificò.

Ciano era stato politicamente un “delfino del Duce”, ricoprendo sotto di lui diverse prestigiose cariche, come quella di ministro della stampa e della proganda e ministro degli Affari Esteri. Lui e la moglie incontrarono Hitler.

Poi però notoriamente la situazione cambiò: vi fu la famosa “notte del Gran Consiglio” il 25 luglio del 1943. Ciano votò l’Ordine del giorno Grandi, ovvero la sfiducia la sfiducia nei confronti del suocero, e di fatto per la caduta del fascismo.

Mussolini venne arrestato Villa Savoia e venne nominato Badoglio. Edda e Galeazzo, che venivano già controllati, ovviamente ancora più a rischio di prima.

La fine

Dopo la liberazione di Mussolini da parte dei tedeschi, la loro occupazione dell’Italia e la fondazione dell’R.S.I., Ciano venne condannato per alto tradimento. A nulla servirono i disperati tentativi di Edda di salvarlo.

Litigò furiosamente col padre, che non voleva contrariare il Fuhrer, e soprattutto con la madre.

Si rese disponibile persino a consegnare ai nazisti i diari del marito contro il regime hitleriano. Galeazzo Ciano, dopo l’arresto, venne processato e fucilato a Verona. Era l’11 gennaio 1944.

Edda riuscì a salvarsi fuggendo con i figli in Svizzera, dopo aver ottebnuto dei documenti falsi.

Successivamente rivelò il suo vero nome e ricevette asilo in un convento del Canton Ticino. A seguito della fucilazione di Mussolini, venne condannata a due anni di confino a Lipari, ma grazie ad un’amnistia promulgata dall’allora ministro della Giustizia Palmiro Togliatti, dopo un anno fu libera e potè riabbracciare i figli.

Visse tra Capri e Roma, dove, come già detto, si spense. E’ sepolta accanto a Galeazzo a Livorno.

Nonostante tutto, poco prima di morire, rivelò di aver perdonato il padre. Per quanto riguarda la madre, disse: “Lei ha difeso il suo uomo, io ho difeso il mio”.

Alessandra

Sono nata il 26/8/'80 a Magenta (MI) e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica, mi sono laureata in Scienze della Formazione, corso di Laurea in Scienze dell'Educazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano (2004) con una tesi dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Ho pubblicato due racconti: "Dopo la Notte"("Il Filo", 2009), sulle donne musulmane, e "Soltanto una donna" ("Albatros-Il Filo", 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).

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