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Chi era Lelio Luttazzi: storia, moglie, figli, lavoro e morte

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 2 marzo, Rossana Moretti, moglie di Lelio Luttazzi, dalla cui nascita ricorrerà il centenario il 27 aprile, era ospite di “Oggi è un altro giorno” di Serena Bortone e stasera alle 21:25 su Rai 3 ci sarà un docu-film su di lui: “Souvenir d’Italie”, che è anche il titolo di una sua celeberrima canzone.

Questo articolo è dedicato proprio a Lelio.

Chi era Lelio Luttazzi: storia, lavoro e morte

Lelio Luttazzi, dicevamo, nasce il 27 aprile del 1923. La sua città è Trieste.

Artista decisamente poliedrico (pianista, cantante, direttore d’orchestra, conduttore sia in TV che in radio, regista, showman e scrittore), ha un’infanzia ed un’adolescenza difficili (perde prestissimo il padre e non va d’accordo con la madre per motivi politici). Inizia a studiare giurisprudenza, ma si dà subito alla musica e dopo la guerra ne fa una professione.

Dal 1948 lavora a Milano come direttore artistico della casa discografica di Teddy Reno, anche lui triestino, per il quale tra l’altro scrive una canzone. Due anni più tardi, a Torino, diventa direttore d’orchestra per la RAI: l’emittente non aveva mai avuto un’orchestra così fino a quel momento!

Segue il trasferirimento di Lelio Luttazzi a Roma, dove lavora sempre come direttore d’orchestra per la stessa emittente televisiva e trasmissioni di varietà. Si dedica a programmi di questo tipo anche in radio.

Intanto continua fare il cantautore (di brani jazz e swing) e il pianista. Una delle sue canzoni più note è “Una zebra a pois”, portata al successo da Mina.

Poi ricordiamo per esempio “Vecchia America”, cantata dal Quartetto Cetra, la già menzionata “Souvenier d’Italie”, la cover di un suo brano interpretata da Sophia Loren e “L’arca di Noè”, cantata da Sergio Endrigo. Lelio Luttazzi inoltre dedica un omaggio alla sua città e al suo dialetto con “El can di Trieste”.

Nel 1962 conduce con Raffaella Carrà una trasmissione musicale, poi lavora in altre di varietà di varietà con Mina, le gemelle Kessler e Sylvie Vartain. Nel 1964 scrive un brano per il Festival di Sanremo, ma nel frattempo inizia a lavorare come attore con il Quartetto Cetra in TV e al cinema diretto da grandi registi come Michelangelo Antonioni e Dino Risi.

Compone anche colonne sonore, come quella di “Totò, Peppino e la … malafemmina”, “Totò lascia o raddoppia?” e “Venezia, la luna e tu”, che vede Alberto Sordi nella parte di un gondoliere, Marisa Allasio e Nino Manfredi.

Ricordate poi Luttazzi alla conduzione di “Hit Parade” (1967 – 1976), riproposto tra l’altro da Gianluca Gori/Drusilla Foer prima della seconda edizione del suo “Almanacco del Giorno Dopo”?

Nel frattempo nel 1970, Lelio Luttazzi viene purtroppo arrestato con Walter Chiari. Accusa? Detenzione e spaccio di stupefacenti!

Si tratta però di un clamoroso errore giudiziario. Dopo essere stato a Rebibbia e poi a Regina Coeli per 27 giorni, l’incubo di Luttazzi finisce, prima che si arrivi al processo.

Tuttavia ci sono conseguenze professionali (trasmissioni anche solo temporaneamente affidate ad altri come Renzo Arbore ed Arnoldo Foà) e psicologiche per lui. Lelio scrive a riguardo un’autobiografia, intitolata “Operazione Montecristo”, e dirige per la prima e unica volta un film: “L’illazione”. In TV viene trasmesso soltanto dopo la scomparsa del regista.

Alla vicenda di Luttazzi è ispirato il film “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy con Alberto Sordi. Dopo un’esperienza simile come non difendere Enzo Tortora? E’ quello che fa il protagonista di questo articolo!

Con Tortora, ha lavorato tra l’altro lavorato nella trasmissione “Cipria” del 1982. Dopo l’arresto, Lelio Luttazzi conduce pochi altri programmi.

Nel 2003 scrive un altro brano per Mina dal titolo “Ma tu chi sei” e nel 2008 è ospite in radio e TV in programmi come “Che tempo che fa” (due volte) e si esbisce con “Ritorno a Trieste” al “Maurizio Costanzo Show”.

Proprio in quell’anno il “nostro” torna effettivamente nella sua città e Pupi Avati racconta l’evento in un docu-film. L’anno seguente Lelio Luttazi è al Festival di Sanremo per ricevere uno dei suoi tantissimi premi ed accompagnare Arisa, che debutta e vince con “Sincerità”. Ad agosto dello stesso anno, in piazza Unità d’Italia a Trieste, Luttazzi si esibisce per l’ultima volta.

Si spegne a causa di una malattia del sistema nervoso tra il 7 e l’8 luglio del 2010. Viene cremato e le sue ceneri sono disperse in mare dalla sua barca, chiamata come un romanzo russo dell’Ottocento.

Moglie e figli

Lelio Luttazzi si sposa due volte: la prima nel 1948 con Magda Prendini, anche lei triestina. Si separano nel ’63 e il matrimonio viene annullato dalla Sacra Rota. La coppia ha una figlia, Donatella, cantante e autrice di un libro sul padre e sul suo rapporto con lui.

Non c’è parentela invece con il comico Daniele Luttazzi, che vuole omaggiare Lelio scegliendo questo come “cognome d’arte”.

Il matrimonio con Rossana Moretti si celebra nel 1979.

Lei è molto più giovane di Lelio: è nata nel ’51. Era giornalista de “Il Giornale” e conosce il futuro marito alla cena di una collega. Oggi porta avanti la memoria del marito anche con una Fondazione che gli è stata intitolata.

Alessandra

Sono nata il 26/8/'80 a Magenta (MI) e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica, mi sono laureata in Scienze della Formazione, corso di Laurea in Scienze dell'Educazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano (2004) con una tesi dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Ho pubblicato due racconti: "Dopo la Notte"("Il Filo", 2009), sulle donne musulmane, e "Soltanto una donna" ("Albatros-Il Filo", 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).

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