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Aracy de Carvalho: la vera storia che ha ispirato ‘Passaporto per la libertà’

Questa sera alle 21:20 inizierà su Canale 5 la miniserie brasiliano – statunitense in quattro puntate per otto episodi circa da tre quarti d’ora ciascuno ispirata alla storia vera Aracy de Carvalho: un bellissimo personaggio femminile!

Vogliamo scoprire chi era la protagonista di “Passaporto per la libertà“? Merita davvero!

Aracy de Carvalho: chi era e cosa fece

Aracy de Carvalho era una diplomatica basiliana che sfidò il nazismo in Germania procurando, pur senza l’immunità e quindi rischiando la vita, numerosi visti falsi ai cittadini ebrei per farli fuggire. Fa parte dei “Giusti tra le Nazioni“.

Nacque il 5 dicembre del 1908 nel comune di Rio Negro, nello Stato del Paranà, da madre di origine tedesca e padre di origine portoghese – brasiliana, futuro albergatore di un gran hotel. Aracy, oltre alle lingue dei genitori, parlava inglese e francese.

Visse fino al 1935 a San Paolo con il primo marito tedesco, da cui ebbe un figlio. Poi si trasferì ad Amburgo (di cui sarebbe stata soprannominata “l’angelo”). Dall’anno successivo lavorò al Consolato brasiliano. Il suo incarico era quello di Responsabile dell’Ufficio Passaporti.

Iniziò ad attivarsi in favore degli ebrei durante la “Notte dei Cristalli” (Kristallnacht) ricordata qualche settimana fa: avvenne tra il 9 e il 10 novembre del 1938, una settimana prima dell’approvazione delle Leggi razziali in Italia. Aracy procurava visti su cui non compariva la “J” rossa di “Jude”, consentendo alle persone di salvarsi. Inoltre, in collaborazione con gruppi antinazisti ovviamente clandestini, rilasciò visti anche coloro che erano riusciti a procurarsi passaporti falsi.

In seguito l’aiutò nella sua attivita il suo futuro secondo marito, Joao Guimaes Rosa. Era un medico, ma soprattutto vice console del Brasile.

Divenuto scrittore, è molto spesso considerato il più grande autore brasiliano del Novecento. Guimaes Rosa è famoso soprattutto il suo romanzo “Grande Sertao”. Significa “Grande Entroterra” ed è stato paragonato all'”Ulisse” di Joyce.

Aracy tornò in Brasile quando quest’ultimo, che fino ad allora era stato dalla parte di Hitler (tanto che secondo una leggenda il dittatore tedesco sarebbe morto lì!), passò da quella degli Alleati.

Il riconoscimento e la fine

Ancora in vita, l’ex diplomatica, in quanto non ebrea che salvò un certo numero di ebrei dal cosiddetto Olocausto, fu dichiarata “Giusta tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, il Museo della Shoah di Gerusalemme, l’8 luglio 1982. Per lei una “J” rossa d’onore, a differenza dello stigma che toccava agli ebrei.

Lo stesso riconoscimento venne conferito postumo ad un altro brasiliano: l’ambasciatore in Francia Luis Martins de Souza Dantas, morto nel 1954. A 102 anni ma purtroppo affetta dal morbo di Alzheimer, Aracy de Carvalho morì a San Paolo il 28 febbraio del 2011.

E’ sepolta accanto al consorte a Rio de Janeiro, precisamente al Mausoleo dell’Accademia Brasiliana di Lettere al Cimitero di Giovanni Battista.

Alessandra

Sono nata il 26/8/'80 a Magenta (MI) e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica, mi sono laureata in Scienze della Formazione, corso di Laurea in Scienze dell'Educazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano (2004) con una tesi dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Ho pubblicato due racconti: "Dopo la Notte"("Il Filo", 2009), sulle donne musulmane, e "Soltanto una donna" ("Albatros-Il Filo", 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).